Il rispetto dev’essere reciproco

Nudi e vestiti

Quando si è nudisti, si è profondamente consapevoli dell’enorme benessere che ci viene regalato dalla nudità. A mio modesto avviso, è questa consapevolezza che unisce tutti i nudisti del mondo. Stare nudi fa stare bene. Meglio che stare vestiti. Poiché noi nudisti consideriamo tutte le parti del nostro corpo come assolutamente naturali, non avvertiamo vergogna nell’essere visti nudi e siamo a nostro agio nel vedere altre persone nude.

Dall’altro lato, per coloro che sono stati educati ad avere pregiudizi nei confronti del loro stesso corpo, sia la nudità propria sia la nudità altrui sono una fonte di disagio. Infatti, essi tendono ad associare la nudità al sesso e alla vergogna. Il problema dell’accettazione del proprio corpo è stato affrontato molte volte anche su questo blog, e già si sa che il nudismo è una delle vie migliori per superarlo. Tuttavia, non è questo il punto di cui vogliamo parlare qui.

L’argomento di oggi parte dalla considerazione che la vista di un corpo nudo genera una reazione nella mente dei non-nudisti. Se la reazione è positiva, si chiama eccitazione. Se è negativa, si chiama disagio o allarme. È per questo che diciamo che i non-nudisti associano un corpo nudo al sesso o alla vergogna: in entrambi i casi essi ritengono che il corpo nudo deve rimanere nella sfera privata. Per i nudisti, invece, la vista di un corpo nudo in un contesto pubblico non suscita alcuna particolare reazione, né positiva né negativa. Certo, si possono sentire felici se vedono una persona amata, ma non vengono eccitati dal suo corpo nudo in quel contesto. Quanto alla reazione negativa, la vergogna per il corpo è una sensazione sconosciuta ai nudisti.

Quindi, fra il sesso e la vergogna corre una terza via: un corpo nudo è semplicemente un corpo nudo.

Vestito e nudo

Ora lasciamo per un momento la nudità e parliamo dei vestiti. I vestiti sono spesso utilizzati per affermare la propria personalità. Alcuni ci possono piacere, altri no. Se mi piacciono – per esempio – i pantaloni di pelle, non mi aspetto che la gente vada a lamentarsi con la polizia per il fatto che vedere i miei pantaloni di pelle suscita allarme o disagio. Le persone che non amano il mio modo di vestire devono semplicemente accettare i miei pantaloni di pelle, se vogliono avere un po’ di interazione sociale. Ora, sappiamo tutti che i vestiti possono trasmettere messaggi forti: scarpe con il tacco molto alto, minigonne, reggiseni push-up veicolano un messaggio sessuale, così come una camicia dischiusa su un petto muscoloso o una maglietta molto aderente.

In ogni caso, a prescindere dal fatto che i vestiti vogliano affermare qualcosa oppure no, sia che mi piaccia il modo in cui gli altri sono vestiti, sia che non mi piaccia, rispetto la scelta altrui. Credo nella diversità e nella libertà. Come nudista, rispetto la scelta altrui di vestirsi. E come nudista che di tanto in tanto deve vestirsi, mi aspetto che gli altri rispettino la mia scelta su come vestirmi. Analogamente, mi aspetto che gli altri rispettino la mia scelta di non indossare alcun vestito, senza attribuire al mio corpo nudo alcun particolare significato: è semplicemente un corpo nudo.

Il rispetto, insomma, dev’essere reciproco: nudo o vestito, io rispetto gli altri che scelgono di vestirsi o di stare nudi; nudo o vestito, ho il diritto di aspettarmi che gli altri rispettino la mia scelta. È una questione di dignità umana e di interazione sociale. È necessario comprendere che il corpo nudo non è legato necessariamente al sesso o alla vergogna: c’è una terza via, quella della nudità pura e semplice, capace di regalarci sensazioni di benessere in svariate attività della nostra vita quotidiana. Stare nudi è una scelta legittima, che va rispettata nel nome della libertà e della tolleranza.

Libera traduzione di Respect is a two way street.

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Una risposta a Il rispetto dev’essere reciproco

  1. Sergio ha detto:

    Salve,perfettamente d’accordo sul fatto che stare nudo è naturale e bellissimo,perché la legge impedisce però di farlo se non in zone dedicate?(vedi spiagge imboscate)e non liberamente con rispetto reciproco?….
    Sergio
    Saluti

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