Quanto aspetterai a svelare che sei nudista?

Sono nudo! Sono nudista!Cosa diresti, se ti chiedessero perché ti piace così tanto essere nudista? Probabilmente risponderesti ricorrendo a espressioni come “senso di libertà”, “piacere”, “modo per rilassarsi” e “accettazione di sé”. Oppure ti riferiresti all’atmosfera accogliente e amichevole che si è creata nell’ambito del tuo gruppo di amici nudisti. Oppure ancora cercheresti di descrivere quella esperienza fantastica che è starsene nudi in mezzo alla natura, in pace con se stessi e con il mondo intero. Ma potresti avere mille altri buoni motivi per spiegare perché il nudismo sia così bello.

A prescindere dalle ragioni che secondo te rendono splendido ogni istante in cui puoi stare nudo, sono sicuro che, in quanto nudista, nutri due grossi desideri: in primo luogo, vorresti che tutti potessero sperimentare il piacere che ci viene regalato dal nudismo, perché solo l’esperienza diretta vale più di cento spiegazioni; in secondo luogo, vorresti poter dire tranquillamente in giro che sei un nudista (come potresti dire che sei un ciclista, un filatelico o un appassionato di giardinaggio), senza paura di cadere vittima di malintesi o di pregiudizi.

In effetti, il rivelare di essere un nudista (mutuando un’espressione inglese, potremmo parlare di coming out) è un passo difficile. Anzi, concorderai con me nel dire – senza tema di esagerare – che la grande maggioranza dei nudisti italiani si guarda bene dal compiere questo passo. Perché? La risposta – dirai – è scontata: essendo diffuso il preconcetto che essere nudisti significa essere esibizionisti o maniaci sessuali, c’è il timore di essere giudicati male e di perdere la stima o l’amicizia delle persone che ci stanno intorno. Così, molti nudisti non dicono di essere tali ai loro genitori, ai loro figli e perfino ai loro amici più intimi.

Sfortunatamente, il non poter essere del tutto sinceri quando si parla di come si trascorre il proprio tempo libero o quando si raccontano le proprie vacanze, risulta a lungo andare piuttosto stressante. Bisogna essere sempre pronti a inventare qualcosa o tacere su qualcos’altro, e con il costante timore di essere scoperti o di essere infine costretti a dire la verità come se fosse una colpa.

Il coraggio di buttarsi

Eppure, se noi nudisti trovassimo il coraggio di rivelarci come tali, i benefici sarebbero molto grandi. Sia per noi come singoli, sia per la causa del nudismo in generale. Fare coming out sul nostro essere nudisti, infatti, può ad esempio avere questi effetti positivi:

  • ci consente di essere sinceri con le persone a cui vogliamo bene;
  • elimina la nostra ansia di essere scoperti accidentalmente o di incontrare inaspettatamente un conoscente su una spiaggia nudista;
  • ci fa sentire maggiormente a nostro agio con il nostro modo di vivere a contatto con la natura;
  • ci permette di parlare liberamente delle nostre attività nudiste con orgoglio ed entusiasmo;
  • ci dà maggiore forza e decisione nella difesa delle nostre scelte;
  • ci rende capaci di sostenere apertamente la filosofia nudista, contribuendo alla sua promozione e diffusione;
  • ci può far scoprire che tra i nostri amici c’è chi già pratica il nudismo o sarebbe interessato a praticarlo;
  • svolge un ruolo essenziale nella dimostrazione della falsità dei pregiudizi che gravano sul nudismo.

Con l’ultimo punto siamo paradossalmente tornati al principio. In effetti potremmo dire di trovarci di fronte a un circolo vizioso: il nudismo è visto con sospetto e pregiudizio, quindi stiamo zitti sul nostro essere nudisti; ma se stiamo zitti, contribuiamo a far credere che i nudisti siano quattro gatti assatanati di sesso e per di più rischiamo di cadere vittime proprio di quei preconcetti che vorremmo evitare! Infatti, qualora la nostra pratica nudista venisse scoperta accidentalmente, daremmo un facile pretesto per far pensare che abbiamo taciuto perché ci sentiamo colpevoli di aver seguito un comportamento indecoroso o di aver compiuto un’azione riprovevole.

Nel momento in cui riveli di essere nudista alle persone che ti sono vicine, in maniera del tutto semplice e naturale, ecco che riesci a dare un colpo decisivo al circolo vizioso che alimenta il pregiudizio. Dopo l’inevitabile momento di sorpresa, i tuoi amici, parenti e colleghi non potranno fare a meno di riflettere: se quella persona che conoscono da molti anni, per la quale nutrono amore, stima o rispetto, fa sapere loro che pratica il nudismo, probabilmente cominceranno a pensare che non tutte le cose negative che si sentono dire in giro sul nudismo sono vere. In ogni caso, sarà ben difficile che perdano l’amore, la stima o il rispetto per qualcuno per colpa del nudismo!

Sia chiaro, però, che non saranno sempre rose e fiori. Devi mettere in conto che per molte persone, ovviamente quelle più retrive e bigotte, il tuo essere nudista sarà qualcosa di inconcepibile. Comunque, una volta che avrai rotto il ghiaccio rivelandoti, sarà probabilmente più facile provare, piano piano, a convincerle che il nudismo è una cosa positiva. Ma può darsi che alcune persone siano talmente ottuse da non voler intendere ragione: in tal caso, come disse il sommo poeta, «non ragioniam di lor, ma guarda e passa»! Chi ti vuole davvero bene, avrà certamente la pazienza di ascoltarti e la ragionevolezza di rispettare le tue scelte.

Evviva il nudismo!

Intendiamoci. Rivelare di essere nudista non significa scrivere la parola «nudista» sul proprio biglietto da visita, né mostrare o pubblicare su internet le proprie foto senza veli, né dichiarare sui giornali o sui social network «ehi, sappiate tutti che io, Pinco Pallino, sono nudista»… Certo che no. È ovvio che ciascuno di noi, in relazione alle proprie faccende personali (a prescindere dal nudismo), ha un grado di riservatezza più o meno elevato, che è giusto rispettare. Ma quando racconto a una mia cara amica le vacanze che ho fatto, perché devo inventare che sono andato chissà dove, quando invece mi sono rilassato in un bel campeggio naturista? E se il mio migliore amico mi confida l’emozione che ha provato nel fare un’escursione fra le montagne, in un ambiente solitario e selvaggio, perché non gli dico che anch’io ho sperimentato una tale emozione, ma resa ancora più intensa dal mio essere stato completamente nudo in mezzo a quella natura così straordinaria? Insomma, fare coming out come nudisti non vuol dire fare annunci reboanti, ma parlare semplicemente, normalmente e con pacata naturalezza del nostro essere nudisti.

Se ci atteniamo alle stime più prudenti, in Italia c’è più di mezzo milione di persone che pratica regolarmente il nudismo. Probabilmente ce ne sono molte di più, se consideriamo anche coloro che hanno provato occasionalmente un’esperienza nudista. Pensa un po’ quale effetto positivo e dirompente il coming out di tutte queste persone avrebbe sull’immagine del nudismo e sull’accettazione dello stesso in Italia! Il nudismo non verrebbe più considerato – come purtroppo ancor oggi accade – come una squallida questione che riguarda un manipolo di depravati sessuali, bensì come una maniera sana di vivere a contatto con la natura, praticata da un numero considerevole di persone “normali” e degne di essere rispettate nelle loro scelte.

Pensaci: il coming out dei nudisti italiani comincia anche da te e dalla tua piccola cerchia di amici!

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13 risposte a Quanto aspetterai a svelare che sei nudista?

  1. Nicolae ha detto:

    Multumesc frumos pentru articol.

  2. vito ha detto:

    bel servizio, ho praticato il nudismo io e la mia pancia in diversi stati del mondo, Italia compresa ed è per quello ke dico: belle foto ma dovete mettere anke le foto di gente comune, anziani, con la pancia e nn solo quelli con il fisico “perfetto”

  3. Emanuele Cinelli ha detto:

    Invero, usando le giuste tecniche, c’è sempre un modo per far cambiare idea anche al più acerrimo oppositore, è solo questione di tempo e di pazienza. Ovvio poi che se la pazienza dovremmo avercela sempre, diverso è per il tempo, questo a volte manca e allora anche il miglior comunicatore deve controvoglia, e sapendo di perdere una buona occasione, arrendersi. Sarebbe tutto più semplice, molto più semplice se tutti, ma proprio tutti, i nudisti uscissero allo scoperto, purtroppo ottenere questo appare ancora più difficile che far cambiare idea a tutti gli oppositori del nudismo.

  4. PaoloBolsena ha detto:

    Condivido completamente. Vorrei aggiungere, da esperto di coming out (ne ho dovuti far tre), che dopo averlo fatto ci si sente infinitamente meglio.
    Il coming out ha senz’altro un effetto su chi ci conosce ma l’effetto più grande lo ha su di noi, perché libera ciò che era nascosto, riporta in equilibrio una disarmonia.
    Grazie per l’ottimo articolo.

  5. wonderlandfkk ha detto:

    E’ davvero bello leggerti di nuovo! L’articolo è piacevole e interessante come sempre.

  6. Pingback: Carta para mis amigos íntimos | El eurociudadano nudista

  7. Andrea ha detto:

    Coming out già fatto

  8. federico ha detto:

    Ho confessato (come se fosse un reato) la mia trasformazione nudista a fine di questa estate, in parte incoraggiato dalla comprensione e infine adesione al nudismo anche della mia ragazza, ad un vecchio amico che conosco da una vita. Ma sono rimasto molto male, inizialmente pensava che prendessi semplicemente il sole nudo in qualche spiaggia nudista in estate, ma non è così, il nudismo è anche altro. Io dopo aver provato il nudismo prendendo il sole nudo sul terrazzo, non mi sono spogliato subito, ma nel giro di una decina di giorni mi sono tolto per la prima volta i vestiti anche in casa e in breve ho iniziato a vivere nudo, come succede a tutti i nudisti credo. Quindi il nudismo è ben altro che prendere solamente due-tre ore di sole. Da non-nudista credevo che fosse una cosa esagerata, ma ora, da nudista convinto e a distanza di tempo è semplicemente normale, pranzare, cenare, guardare la TV o rilassarsi in totale nudità. Che c’è di male ?. Si fanno le cose di sempre ma senza indumenti. Ebbene per questa persona era quasi normale girare in mutande per casa, in alcune circostanze, ma girare senza nemmeno quelle era da maniaci o da malati o era comunque una cosa sconcia. Girare in mutande va quasi bene e senza no ?. Il problema è soltanto coprire o meno il pisello ?. E’ tutta qui la questione ?. A parte che ho smesso definitivamente di usare qualunque tipo di slip circa tre mesi fa perchè non sopporto più di sentirmi bloccate le parti intime, ho l’impressione che più passa il tempo e più divento refrattario ai vestiti, ma sorvolando questo argomento che ho accuratamente evitato, come si può ragionare così ?. Quando sono nudo, sono libero, sereno e sto bene, mi sento anche più vicino e in armonia con la natura. Quando indosso qualcosa mi sento a disagio e sento sempre l’esigenza di spogliarmi. Chi non è nudista non può capire queste cose, ma almeno evitasse termini come “sei sconcio” o “non è normale andare in giro nudo coi genitali liberi”, “la gente ti giudicherebbe un maniaco o peggio” Per me è normalissimo e sto benissimo col pisello al vento. Al diavolo gli stupidi preconcetti della società se lui vuole tenersi tutti gli stracci incollati addosso anche in estate faccia pure, praticamente è normale o quasi girare in mutande ma senza no, il concetto era questo, preferisco essere sconcio che ipocrita. Se poi un giorno per curiosità deciderà di provare anche lui il nudismo (magari gli ho messo la pulce nell’orecchio) sono totalmente convinto che nel giro di una settimana- dieci giorni, proprio come è successo a me, anche lui inizierebbe a vivere in maniera “sconcia”, con buona pace delle sue sacrosante mutande che finirebbero in qualche cassetto a prender polvere.

  9. federico ha detto:

    morale della favola ?. Tenetevi certe cose per voi

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