Nudità: una proposta indecente?

Proposta indecente

Notizia di poco tempo fa. Una turista svedese ha creato un terribile “scandalo” mettendosi completamente nuda sulla spiaggia di Minori, sulla costiera amalfitana. Nessun atteggiamento provocante, ambiguo o malizioso da parte della scandinava, che si è semplicemente sistemata a leggere un libro sul suo telo, senza alcun costume addosso, convinta di poter fare ciò che nel suo Paese è quanto di più naturale ci possa essere. La forza pubblica è prontamente intervenuta per reprimere un crimine tanto abietto: la barbara nordica ha così ottenuto una bella lezione di italica civiltà!

Una nota positiva, peraltro, è stata la reazione del sindaco di Minori, Andrea Reale, il quale ha giustamente riconosciuto che ognuno ha il diritto di «vivere la natura a modo proprio», senza che vi sia il bisogno di scandalizzarsi per questo. Tuttavia, «questo segmento di turismo», ha aggiunto, «non trova sfogo dalle nostre parti, perché da Vietri a Positano si registra una mancanza di luoghi destinati ai nudisti». La conformazione del territorio sarebbe un ostacolo alla possibilità di trovare un luogo adatto allo scopo.

Si parla ormai spesso – anche a seguito di alcune leggi regionali che si sono occupate (in maniera non troppo felice) dell’argomento – della necessità di individuare “luoghi da destinare alla pratica nudista” e della difficoltà per le amministrazioni comunali a trovare luoghi “adatti”. Difficoltà resa ancora maggiore da una quantità di assurdi requisiti che non di rado si richiedono a tali potenziali spazi per nudisti: devono essere isolati, coperti alla vista da una fitta siepe, dotati di servizi igienici, etc.

Mi permetto di avanzare una modesta proposta. Premetto che posso capire, anche se non la condivido affatto, la preoccupazione di voler porre dei limiti alla pratica nudista. La posso capire, perché purtroppo conosco i pregiudizi e le paure che ancora si nutrono nei confronti di chi se ne sta nudo all’aria aperta; non la condivido affatto, perché so quanto quei pregiudizi e quelle paure siano del tutto ingiustificati. La mia recente esperienza a Fuerteventura me l’ha ampiamente dimostrato.

Una proposta di clothing optional

Comunque, ammesso e non concesso che sia necessario porre dei limiti, la mia proposta è di cominciare a ragionare su dei limiti di tipo temporale, non più di tipo spaziale. Mi spiego meglio. Anziché affannarsi a cercare un “luogo adatto” da destinare specificamente alla possibilità di stare nudi, perché non individuare un determinato lasso di tempo (per esempio, un giorno alla settimana oppure una settimana ogni due mesi), nel quale in tutti gli ambienti naturali del Comune – siano essi la spiaggia, il bosco, la campagna, la riva del lago – vige la regola del clothing optional, secondo cui ciascuno può stare a suo piacimento nudo o vestito, senza il timore di incorrere in sanzioni?

Sono convinto che l’attuazione di questa proposta avrebbe una serie di effetti positivi, sia dal punto di vista dei nudisti, sia dal punto di vista delle amministrazioni comunali. Mi limito a sintetizzarne alcuni:

  • si respinge l’accusa di voler sottrarre spazi a chi non ama stare nudo: nessuno spazio viene destinato esclusivamente e definitivamente alla sola pratica nudista; inoltre, la previsione di un lasso di tempo, all’interno del quale la nudità è concessa, permette  di modulare la quantità a seconda delle esigenze;
  • si evita la creazione di “ghetti” nudisti, che a mio avviso sono estremamente dannosi, in quanto alimentano il pregiudizio che dopotutto, dietro quella “siepe che il guardo esclude”, accada chissà che cosa, con il conseguente stigma a carico di coloro che passano al di là della siepe;
  • si crea, sia pure temporaneamente, una situazione di tipo “spagnolo”, nella quale si educano le persone a convivere con la nudità, facendo capire loro che si tratta non soltanto di una cosa assolutamente normale, che può essere accettata senza problemi, ma anche di uno stile di vita del tutto adatto a famiglie e bambini;
  • si consente a Comuni limitrofi di coordinare le loro “giornate clothing optional (in un Comune si può stare nudi il lunedì, nell’altro il martedì; in un Comune si può stare nudi la prima settimana di giugno, nell’altro la seconda; e così via), in maniera tale da ottenere la situazione ottimale per sfruttare al meglio il turismo nudista;
  • si rende evidente che, di fatto, in mezzo alla natura vi sono ben pochi luoghi “non adatti” alla nudità e che coloro i quali stanno nudi nella natura non sono un pericolo pubblico, ma uomini e donne che amano e rispettano l’ambiente.

Insomma, lancio la mia proposta al sindaco di Minori e a tutti gli altri sindaci d’Italia che vogliano dimostrarsi sensibili anche nei confronti delle esigenze delle minoranze e di una parte non indifferente di turisti italiani e stranieri. Non state a cercare improbabili “luoghi adatti” al nudismo, ma adoperatevi affinché nei vostri Comuni vengano previste giornate clothing optional! Sono pronto a scommettere che saranno un successo, che incrementeranno i flussi turistici e che ben presto aumenterete il numero di queste giornate. Chi accetta la scommessa?

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25 risposte a Nudità: una proposta indecente?

  1. Emanuele Cinelli ha detto:

    L’ha ribloggato su Mondo Nudoe ha commentato:
    L’idea è carina resta comunque limitativo e castigante parlare solo di turismo (come se nudisti fossero solo i turisti, ricordiamoci in primo luogo dei residenti), inoltre si evidenzia il forte dubbio che oculate scelte abbinate al discorso “avete la giornata riservata nelle altre siete fuori luogo” possano annullare di fatto l’opportunità: la maggior parte degli stanziali ha libera solo la domenica giornata che, presumibilmente, mai verrebbe scelta come vestiti facoltativi; le escursioni di Mondo Nudo sono necessariamente fatte la domenica e.. idem con patate. Sarebbe opportuno non guardare alla singola giornata ma a un periodo settimanale comprendente anche la domenica. Detto questo da qualche parte bisogna pur iniziare e questa, come detto, potrebbe certo essere una valida azione (anche perché educativamente in logica Zona di Contatto), specie se abbinata ad altre quali ristoranti, musei, teatri, piscine, palestre e via dicendo con momenti vestiti facoltativi, l’incentivazione (da parte di parchi, accompagnatori di media montagna, guide alpine, eccetera) di escursioni pure con abbigliamento facoltativo; l’effettuazione di spettacoli con attori nudi e pubblico come vuole; giornate aziendali abbigliamento facoltativo, eccetera.

  2. Marco ha detto:

    Nudità a targhe alterne?
    Mmmh, non mi piace; potrebbe essere utile solo in via temporanea (qualche mese) ma c’è il rischio che si cronicizzi in cattiva abitudine legale per anni. Inoltre nel primo punto dell’argomentazione c’è un errore logico: durante il giorno della settimana o mese con naturismo concesso, gli antinudisti potrebbero sempre rimproverare ai nudisti/e di toglier loro un giorno alla settimana o al mese per quegli spazî. E siamo punto e daccapo.
    “Ghetti naturisti”? Se le spiagge autorizzate o tollerate sono vaste (come in Gironda) non si avverte una grande ghettizzazione o quasi nessuna, ma casomai è lo scotto da pagare in attesa che ogni luogo sia in futuro a naturismo legalizzato. D’altro canto, io mi sentirei penalizzato molto di più nel dover andare per forza in quel dato giorno alla settimana o mese a fare del naturismo, poiché voglio fare naturismo, cioè per me: andare al mare od al fiume nudo, quando mi pare e piace, anche ogni dì d’estate! Quest’idea invece legittimerebbe gli antinudisti/e nel dare addosso ai naturisti più pesantemente quando stessero circolando fuori giorni comandati. Assolutamente no. Nessuna concessione! Uno si mette nudo e basta. Se riceve una multa, la impugna davanti al giudice di pace risalendo se del caso tutta la catena giuridica fino alla Corte europea. Se uno ti lancia pietre, come è successo a me da un padre d famiglia ma senza volermi colpire, ti sposti un po’ ed eventualmente/oppure chiami la polizia poiché quello sì, è reato grave. Quando una bigottella t’intimasse con vocina impermalosita che chiamerà i carabinieri se non ti copri le parti intime, com’è successo a me, rispondile come ho risposto io: “E li chiami”… non verrà nessuno, il più delle volte.
    Bisogna lottare giuridicamente per avere spiagge legalmente naturiste a tempo illimitato come hanno fatto i francesi: è quella la “voie royale”, l’esempio da seguire, non altri esperimenti; e fare spiagge naturiste ogni tot chilometri di spiagge tessili, in modo da scremare le due tendenze senza ghettizzare o poco. In attesa che tutte le spiagge siano un giorno praticabili con i vestiti o la nudità che più aggradi a ciascheduno/a.

    Marco

    • esserenudo ha detto:

      Purtroppo la maggior parte di chi ama mettersi nudo non è disposta a rischiare multe, aggressioni o denunce, ma vuole potersi denudare in tutta tranquillità…
      La creazione di spazi dedicati porta sempre con sé il rischio di alimentare il pregiudizio e il sospetto, che prosperano laddove manchi la conoscenza. Non così la regola del clothing optional, che invece stimola la conoscenza e promuove la convivenza fra chi vuole tenere il costume e chi se lo vuole togliere, dimostrando che tale convivenza è assolutamente e tranquillamente possibile.
      Resto convinto che, se si iniziasse davvero a istituire delle giornate o delle settimane clothing optional, nel giro di poco tempo – sperimentando con i fatti che nell’accettare la nudità non c’è nulla di così traumatico che non possa essere superato senza problemi – si arriverebbe a estendere il principio del clothing optional a tutti i giorni dell’anno.
      Insomma, se si vuole che la nudità sia un fatto normale, non è tanto la “voie royale” francese che va percorsa, quanto la “ruta real” spagnola!

      • Marco ha detto:

        Desideravo fare tre precisazioni, Essere Nudo.

        1) Quando dico che la tua idea non è fattibile non intendo in maniera assoluta materiale o logica, bensì nell’ambito non conflittuale che tu vorresti fra naturisti e tessili; se però accetti il piano conflittuale come lo prevedo io, allora la tua idea è fattibile e persino utile: immaginiamo un consiglio comunale che autorizzi nudità una volta a settimana in una spiaggia centrale ed affollata di piena estate, come tu proponi; in men che non si dica le proteste di tessili bigotti/e sorgerebbero all’indirizzo del sindaco, quando non vere baruffe fra mariti gelosi e naturisti troppo proboscidati che guardassero la moglie dei primi, specie al centro ed al sud. Ora, tali conflitti obbligherebbero il parlamento italiano, finalmente!, a far uscire la legge sulle spiagge naturiste italiane: quelle spaziali, intendo, non quelle temporali. Ma si passerebbe per un conflitto.
        2) Preciso che i lidi mi stanno molto antipatici da sempre in quanto segno d’accaparramento proprietario di lotti, spesso vasti, di spiaggia per meri scopi economici, riducendo quella libera, libera com’è che dev’essere la spiaggia. Infatti adoro le spiagge atlantiche francesi perché praticamente senza i lidacci italiani. Tuttavia la gestione privata in tal situazione della mia idea sulle serate nudiste notturne estive si rivela doppiamente utile: basta l’assenso del gestore/trice anziché d’un consiglio comunale ed inoltre gli spazi privati sono soggetti giuridicamente a minori contestazioni per atti osceni o presunti tali o nudità.
        3) Ovvio che sarebbe altrettanto bello e di più se tali serate naturiste fossero autorizzate tutte le sere anche nelle spiagge libere dal sindaco; per esempio: nudità autorizzata un’ora dopo il tramonto. Magari!

        Marco

  3. Roberto ha detto:

    Da anni si dice di leggi regionali che aprono alle vacanze naturiste in qualche zona d’Italia. Finora mi sembra che di concreto si è potuto realizzare qualcosa solo in Romagna e in Molise. In Lombardia e in Veneto (se non erro) tutto viene demandato all’ eventuale buona volontà di Comuni che possono individuare spazi da adibire…ecc. ecc. Non essendoci obblighi di individuare spazi, nessun Comune individua ….. E quindi, come in un frustrante gioco dell’oca si ritorna al punto di partenza. Non sono servite a nulla le pregevoli considerazioni sui benefici psichici e fisici della pratica naturista. Eppure a scrivere sono stati anche eccellenti psichiatri e sociologi. Potrebbe essere determinante un intervento più incisivo da parte delle Associazioni, che però so’ che si stanno battendo già al massimo……

    • ulisse ha detto:

      non escluderei subito la “giornate del clothing optional”….. le leggi in Italia si fanno solo dopo che si è verificato abitualmente la cosa…….

  4. massimo ha detto:

    L’Italia delle contraddizioni sempre pronta a criminalizzare i naturisti ma indifferente alla mercificazione del corpo umano. E se da un lato un turista non può godersi il sole in libertà dall’altra le strade;anche quelle frequentate da famiglie con bambini, sono piene di prostitute che mostrano in bella vista la loro merce. Il bello è che non vengono minimamente disturbate dalle forze dell’ordine che anzi ci si fermano per quelle no non d’anno scandalo, un pacifico naturista invece si.

    • Marco ha detto:

      Massimo, perché fai il moralista?
      Le prostitute hanno tutto il diritto di vendere le loro prestazioni come le naturiste quello di mettersi nude al sole; nessuno dei due è più degno o meno degno dell’altro. Nessuno scandalo nella prostituzione, già abbastanza tartassata dal rigetto perbenista come il tuo o da discese di polizia, non evitate da qualche poliziotto che vada colle prostitute.
      La prostituzione non è mercificazione del corpo umano ma mercificazione d’una prestazione.

      Marco

  5. federico ha detto:

    Scusate già so che sarò fischiato, ma qualche giorno fa ho avuto modo casualmente di vedere solo di passaggio dei nudisti o naturisti in spiaggia ci tengo a precisare che il 90% di loro era di sesso maschile e con una età media di 60 anni circa. Certo forse non ovunque è così, non dico che tutte le spiagge a voi riservate sono così, ma già questo mi sembra il sintomo di qualcosa che non va. Nelle spiagge normali le proporzioni uomini-donne e giovani e anziani sono più o meno SEMPRE equilibrate. Mai mi è capitato di vedere spiagge con sole donne o soli uomini, solo anziani o solo bambini. Prima volta in vita mia.
    Secondo punto: Non sono nudista non mi sono mai spogliato in spiaggia quindi non mi permetto di giudicare questo vostro bisogno o esigenza che comunque dovrebbe rimanere personale ma credo che si debba tener conto delle consuetudini della maggioranza. Un pò come con le elezioni, si va a votare, poi chi vince governa e la minoranza o gli sconfitti devono accettare l’esito. La consuetudine è il mare in costume. Che poi questa consuetudine sia giusta o sbagliata non mi esprimo e visto che il nudismo o naturismo non è una malattia o una droga che ti crea dipendenza non capisco questa vostra ostinazione nel voler cambiare le consuetudini (giuste o sbagliate) della maggioranza. Da come scrivete sembrate quasi dei missionari che vogliono diffondere il verbo ai poveri indigeni pagani. Il pudore non è una malattia mentale è una cosa che si sviluppa ed è naturale nell’uomo. Tutti i ragazzi non appena prendono coscienza di se stessi e del proprio corpo la sviluppano. Reclamate il diritto di stare nelle spiagge come più vi aggrada ma siete una minoranza ristrettissima. Perchè in una spiaggia se su 10 persone soltanto 1 è nudista quell’unica persona dovrebbe condizionare gli altri 9 ?. La consuetudine crea la regola !. E la regola poi si applica a tutte le situazioni analoghe, in questo caso l’abbigliamento da spiaggia.
    Per cui se 9 persone decidono che al mare ci si va col costume l’unica persona nudista deve adeguarsi, poi se vuole spogliarsi dentro casa o in altre occasione nessuno glielo vieta, se poi capita l’esempio opposto, cioè 9 persone nudiste e una persona normale, non ha importanza !!. La maggioranza ha sempre la precedenza e fino a che la maggioranza, la consuetudine e la regola dicono che al mare si va col costume, la minoranza dovrà adeguarsi. Se poi un giorno le consuetudini e le regole cambieranno per cui tutti andranno nudi in spiaggia, in casa, al cinema a scuola ecc..allora la minoranza dovrà adeguarsi e dismettere i vestiti. Ma una regola ci deve essere, poi le minoranze hanno diritto ad essere tutelate e ad avere delle deroghe alla regola, ma solo se queste deroghe sono accettate dalla maggioranza, come potrebbe ad esempio succedere negli altri paesi. Forse gli italiani hanno una mente più chiusa ?. Può darsi, questa è una vostra sfortuna.
    Poi non comprendo questa ansia di spogliarsi ovunque io credo sia solo una fissazione, si forse nudi si sta più liberi, io dormo completamente nudo ad esempio, ma non credo che se una sera infilo un paio di pantaloncini sarò assalito da incubi tremendi, da un fastidio insopportabile tale per cui devo toglierli immediatamente. Dormo nudo e dormo bene, ho iniziato da aprile dopo aver letto un articolo su come dormire nudi sia preferibile al pigiama, le argomentazioni mi hanno convinto e ho iniziato a non mettere più nulla per dormire tuttavia credo che potrei dormire allo stesso modo con solo un paio di pantaloncini-pigiama estivi e dormirei bene lo stesso. Quindi questa vostra mania di doversi spogliare perchè altrimenti chissà cosa succede proprio non la comprendo.Lo fate per sentirvi liberi ?. Anche io mi sento libero, uno slip o un paio di pantaloncini non tolgono nulla alla libertà, non capisco questa associazione mentale libertà=nudità. Mi sembra più una reminiscenza animalesca legata proprio ai genitali che sono la parte più arcaica e primitiva dell’uomo. In ogni caso mi sono dilungato troppo, mi scuso per la prolissità, ma dopo quello visto in spiaggia alcuni giorni fa, sinceramente mi ha dato un senso di disgusto e di anormalità e mi incuriosiva la giustificazione che si può dare ad uno “spettacolo” simile, fatto di soli uomini e anziani, ripeto che non ovunque sarà così ma non credo nemmeno nell’eccezione.

    • esserenudo ha detto:

      Grazie, Federico, per il suo intervento.

      1) Un breve giro nelle spiagge e nei campeggi nudisti all’estero sarà sufficiente a smentire l’impressione che lo stare nudi in spiaggia sia solo una faccenda per maschi sopra una certa età! Da tale giro apparirà invece chiaro che stanno tranquillamente nudi in spiaggia uomini, donne, anziani e bambini. Sono convinto che la “stranezza” che ha notato sia anche dovuta alla situazione di incertezza e di pregiudizio che i nudisti devono affrontare in Italia circa la nudità in luogo pubblico… Ci sono ricerche che dicono che – se in Italia ci fosse una situazione di libertà come quella spagnola – moltissime persone sarebbero pronte a dismettere il costume in spiaggia.

      2) Il suo discorso circa la maggioranza che vince e decide tutto mi richiama alla memoria il pericolo ben descritto già nell’Ottocento da Alexis de Tocqueville circa la “tirannide della maggioranza”!… Il potere della maggioranza dev’essere temprato dal rispetto dei diritti delle minoranze, altrimenti diventa una tirannia terribile e asfissiante! Soprattutto – aggiungo – se il riconoscimento di questi diritti delle minoranze non comporta alcun pericolo o danno per i diritti della maggioranza.

      3) In che modo una persona nuda “condizionerebbe” le altre nove? Queste non sono mica obbligate a denudarsi! Sono libere di tenersi il costume, così come quell’unica persona che vuole stare nuda deve poter essere libera di toglierselo. Non c’è alcuno “spirito missionario” di voler convertire o addirittura obbligare gli altri a mettersi nudi! Semplicemente, facendo notare che stare nudi è bello, positivo e salutare, si vuole far capire che chi si denuda non sta facendo nulla di male, ma anzi vuole far star bene il proprio corpo a contatto con gli elementi naturali. Quello che si chiede è il rispetto della libertà di stare in mezzo alla natura come si preferisce, che si sia nudi o vestiti. Ed è questo rispetto per gli altri che sta alla base della civile convivenza. L’esperienza che ho vissuto di recente in Spagna mi ha dimostrato che la presenza contemporanea in spiaggia di persone nude e vestite è un fatto possibile: lo stare nudi è considerato un “costume” come un altro.

      4) Secondo lei “uno slip o un paio di pantaloncini non tolgono nulla alla libertà” e non capisce “questa associazione mentale libertà=nudità”. Se vuole provare a capire, perché non fa una semplice prova? Provi a fare una nuotata nudo, e comincerà a capire l’inutilità del costume da bagno; dopo la nuotata, rimanga nudo al sole sulla spiaggia, e comincerà a capire l’assurda scomodità del costume bagnato; provi a fare una passeggiata nudo sulla spiaggia, in campagna, in un bosco o su un sentiero alpino, e comincerà a capire l’associazione mentale libertà=nudità. E’ impossibile spiegare a parole la sensazione della nudità: se si vuole capire, è necessario provare! E provare non costa nulla.

      • federico ha detto:

        1) Ma perchè devo andare in un campeggio per nudisti ?. Il fatto che fossero al 90% uomini dovrebbe far scattare un campanello di allarme. Come mai quasi tutti uomini ?. E come mai tutti più o meno anziani ?. Nessun giovane, e pochissime donne (ne ho vista di sfuggita solo una in mezzo al marasma di anziani e anche lei non più giovanissima). Come mai l’età media era così alta e non erano presenti giovani ?. Evidentemente c’è qualcosa di strano. E’ evidente che è una situazione anomala come si fa a negarlo ??!!.
        Non voglio dire che fossero lì con intenti “strani” però ammetto che qualche domanda me la sono posta. Dovendo scegliere se andare lì o in una spiaggia normale, scelgo la spiaggia normale, chiunque lo farebbe.

        2) Maggioranza non intesa come tirannide, ma come colei che decide le regole generali per tutti. Ci deve essere qualcuno che decide è inevitabile. Il discorso sul rispetto della minoranza mi trova assolutamente d’accordo, ma la minoranza come detto prima, ha diritto a delle deroghe riguardanti le regole, solo se alla maggioranza tali deroghe non risultino fastidiosi o non siano in qualche modo ritenute (a torto o ragione) contrarie ai propri principi, nel senso che, se le persone normali ritengono offensiva, fastidiosa, immorale o qualunque altra cosa lo spogliarsi pubblicamente allora sarà difficile ottenere tali deroghe. In Spagna o negli altri paesi evidentemente spogliarsi nudi in pubblico non crea problemi e non è ritenuto fastidioso o indecente dalla maggioranza. E’ una questione di “sentire comune” il sentire comune italiano evidentemente differisce da quello spagnolo. Se sia un bene o un male non lo so, per chi non è nudista il problema non si pone, a me non importa quello che fanno gli altri, se si spogliano o stanno in costume ma nella misura in cui vi è un clima di “normalità” e non di ambiguità o di “anormalità” come nella spiaggia che ho descritto, ma evidentemente la maggioranza degli italiani ha un sentire comune differente. Ecco perchè in Spagna funziona e in Italia no. Come già detto, è una sfortuna per voi. Volete cambiare questa cosa ?. In bocca al lupo, ci vorranno secoli per creare un sentire comune differente e non è detto che sarebbe favorevole al nudismo, a meno che non troviate un miliardario disposto a sponsorizzare con fior di euro, il vostro stile di vita, le vostre spiagge e a cambiare il sentire comune con opuscoli in tutte le città, libri sul nudismo, manifestazioni pubbliche di piazza ecc… Soltanto così potrete cambiare il sentire comune ed in ogni caso occorrerà molto tempo. Nel frattempo piaccia o no, giusto o meno vi dovrete adeguare.

        3) Il punto 3 mi sembra ampiamente spiegato nel punto 2

        4) Fare una prova ?. Già la faccio da diversi mesi. Dormo nudo. Ma non per nudismo o altro semplicemente l’articolo che ho letto (non era un articolo nudista, ma scritto da medici o comunque esperti) sul vantaggio e sul benessere di dormire nudi mi ha pienamente convinto e così ho iniziato a non utilizzare più il pigiama e la biancheria come facevo precedentemente. Inizialmente è stato difficile abituarsi alla nuova condizione per vari motivi ma ammetto di dormire molto meglio rispetto a prima, ammetto che dopo i primi 10 giorni di per abituarsi mi è piaciuto iniziare a prolungare la nudità mattutina per il fresco che si percepisce, ma io credo che se una di queste sere volessi tornare a mettere un paio di pantaloncini dopo diversi mesi che dormo senza, non cambierebbe molto, probabilmente dormirei lo stesso e non sarei assillato dall’idea di dovermeli togliere. Quindi la prova che lei mi invita a fare ho già iniziato ad aprile a farla e non mi vergogno nel dirlo, sono giovane ma in fin dei conti tanta gente dorme senza vestiti e non per questo sono tutti nudisti. Sul costume bagnato le do ragione, è fastidioso ma con la canicola che c’è 5 min. sono sufficienti ad asciugarlo e non mi sento privare della libertà pochissimi cm. di stoffa leggera. La nudità non è un assillo per me e sinceramente spero non lo diventi mai. Quindi questa smania di spogliarsi da cosa viene ?. Non stiamo parlando di una droga che crea dipendenza, o una malattia quindi rimane soltanto la possibilità che sia una fissazione mentale, una specie di ossessione. E come tutte le ossessioni non sono salutari.

      • esserenudo ha detto:

        L’invito a fare un giro in altre zone dedicate ai nudisti era per farle capire che il piacere di stare nudi nella natura è condiviso da tutti, non solo da maschi di una certa età. Magari è capitato nel posto sbagliato… Purtroppo l’etichetta “nudista” è spesso usata a sproposito. E comunque non tragga conclusioni affrettate da un’unica esperienza! L’anno scorso ero in vacanza in Puglia e un giorno sono stato in visita a Bari: sono capitato in un ristorante dove non ho mangiato per niente bene; devo forse concludere che a Bari si mangia male?

        È vero, la strada per far accettare la nudità in Italia è ancora lunga e in salita, ma non disperiamo che piano piano la mentalità cambi. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un significativa evoluzione nel senso della tolleranza e dell’accettazione del “diverso”. E comunque l’impressione è che, per tornare all’esempio dei 10 bagnanti, 1 sia quello che sta nudo, 8 siano quelli a cui non fa né caldo né freddo che quello se ne stia tranquillamente nudo e 1 sia quello che chiama i carabinieri perché gli dà fastidio la nudità.

        Lasci perdere l’etichetta “nudismo”, che è inutile e fuorviante. Ben pochi “nudisti” amano definirsi tali: si tratta semplicemente di persone che amano stare nude, quando possibile, senza fissazioni né ossessioni. Lei ha scoperto il benessere che le regala la nudità quando dorme e poi anche il piacere di stare nudo anche fuori dal letto la mattina. Bene! Perché non prova ora l’esperienza della nudità all’aria aperta? Per farlo non è necessario andare in un campeggio o una spiaggia per “nudisti”.

        E se magari le piace camminare in montagna, perché non viene al weekend organizzato da Mondo Nudo presso il rifugio Prandini nei giorni 21-23 luglio? È un evento clothing optional: nessuno è costretto a stare nudo, nessuno è costretto a stare vestito. Ci sono uomini e donne, giovani e meno giovani. E si fa qualche bella escursione in un suggestivo ambiente alpino. Avremmo occasione di continuare questo dialogo a voce…

  6. federico ha detto:

    Infatti ho sottolineato che forse non tutte le spiagge sono come quella che ho visto di passaggio, anche perchè frequento e ho sempre frequentato spiagge normali, senza sentire particolari esigenze di spogliarmi. Se non sento questa esigenza non ha senso frequentare spiagge diverse. Le spiagge nudiste le frequenta chi sente questa necessità. Per me non avrebbe senso, oltre al fatto che probabilmente sarei obbligato a spogliarmi di fronte a sconosciuti. Inoltre non essendo abituato a stare nudo all’aperto, si creerebbe una situazione a dir poco spiacevole per motivi che non mi va di elencare. Quindi preferisco lasciare questi posti a chi sente questa esigenza o qualunque cosa sia.
    Ci tengo a precisare comunque che non me ne vado in giro nudo per casa, non l’ho mai fatto. prolungare l’esperienza mattutina è un fatto che accade solo da un mesetto circa, quindi recente, ed è intesa unicamente come 2-3 ore di nudità fuori dal letto, perchè mi fa stare più libero e più fresco (visto che fuori fa 30 gradi) ma fatta esclusivamente prima di rivestirmi per le faccende mattutine quotidiane e solo quando è possibile, quindi non sempre. E’ ben diverso da chi sta nudo 24 ore al giorno sette giorni su sette sia in casa che fuori. Il nudismo è quello, il mio è ben diverso. Non vorrei che fosse scambiato per la stessa cosa. Stare nudo all’aperto ?. Mai fatto in vita mia !. Quindi non esprimo giudizi in merito, se un giorno sentirò anche io la necessità forse proverò, ma ripeto che non sento la necessità di farlo, quindi la vera domanda è: Perchè ?.
    La ringrazio per l’invito ma non sono un camminatore e poi 20 km. per me è impossibile, stramazzerei al suolo dopo i primi 5 km.. Inoltre non ho nessuna intenzione di spogliami dei vestiti, nemmeno per fare 30 mt. di strada, mi vergognerei troppo e mi sentirei a disagio quindi che verrei a fare ?. Come detto, non sono nudista anche se la ringrazio per l’invito.

    • esserenudo ha detto:

      Come ho detto, lasci perdere l’etichetta “nudismo”. Come tante altre persone, anche lei ha scoperto il piacere e il benessere che in certe circostanze ci può regalare la nudità. Ciò non significa che bisogna stare nudi 24 ore al giorno: ci sono momenti nei quali si sta nudi e altri in cui si preferisce vestirsi. La nudità non è un fine da perseguire a tutti i costi, ma un elemento che aggiunge piacere a qualcos’altro (che sia una nuotata, una passeggiata, un momento di relax).

      È difficile, se non impossibile, darle una risposta sul “perché” provare l’esperienza della nudità all’aria aperta. Anche perché ciascuno di noi ha motivazioni differenti. Provi a leggere qualche articolo pubblicato sul mio blog; per esempio:
      Stare nudi? È tutta salute
      La nudità è la salsa speciale
      Il nudismo non fa per me

      Quanto all’invito che le ho rivolto, i 20 km indicati si riferiscono al totale delle escursioni che verranno fatte nell’arco di 3 giorni: le singole escursioni quindi sono molto più abbordabili. Nella giornata di sabato, inoltre, è possibile optare per fare un giro più tranquillo… Ribadisco che si tratta di un evento clothing optional, per cui chi vuole può senz’altro tenersi tutti i vestiti addosso senza alcun problema. Avrebbe però l’opportunità di provare a dare una spiegazione al suo “perché” certe persone amano spogliarsi all’aria aperta.

  7. federico ha detto:

    La ringrazio per gli articoli, anche se un pò troppo “di parte” secondo me, ma qualcosa di vero c’è. E’ stato divertente leggere in uno degli articoli suggeriti il nomignolo che vi siete inventati nei loro confronti “tessile”. Non sapevo di esserlo stato !!. “tessile” ? solo per un piccolo costume da bagno ??!!. XD. Un pò come fare le distinzioni per il colore dei capelli, “Il castano” “il biondo” o “il moro” .Sì in effetti certe etichette andrebbero superate, il nudista o il tessile, forse è meglio dire semplicemente il bagnante o l’ escursionista, il fatto poi che sia nudo o vestito chi se ne importa non bisogna rimarcare questa cosa a mio avviso. Crea solo ulteriori divisione. Oggi ho deciso di provare a seguire i suoi consigli, ho preso un pò di sole nudo in un terrazzino appartato, è stato meraviglioso e mi ha dato tanta libertà, un pò di paura di essere visto e un pò di timore nello spogliarsi (che mi è risultato un pò innaturale), ma nel complesso è stato molto molto gradevole, inoltre da soli è più facile lasciarsi andare, piuttosto che con estranei.
    Ammetto che aveva ragione, la differenza c’è, ed è enorme tra indossare o meno gli slip, in questi casi un indumento simile è veramente inutile. Ho proseguito con la nudità anche dopo le 2-3 ore di sole, mi sentivo troppo bene e ho svolto nudo qualche faccenda domestica, è stato divertente e bizzarro passare oltre mezza giornata nudi. Mi sono rivestito solo per uscire ma ho nuovamente voglia di mettermi libero anche se il sole è tramontato. Non so se sia l’inizio del nudismo, ma sicuramente mi sento diverso.
    Grazie per avermi fatto scoprire questa cosa, più che nudismo lo chiamerei libertismo. Per ora voglio approfondire l’argomento da solo, ho bisogno di un pò di pratica domestica, prima di espormi agli altri. Inoltre devo capire se è solo una sensazione provata momentaneamente o una costante cioè se è veramente nudismo o una euforia e un benessere passeggero dovuta ad una nuova situazione. Voglio iniziare con la nudità domestica, capire se fa per me o meno. Insomma devo chiarirmi un pò le idee. Grazie è stato un dialogo molto costruttivo. 🙂

    • esserenudo ha detto:

      Grazie a lei! Mi fa piacere che abbia scoperto il piacere e il benessere che derivano dallo stare nudi. Come vede, bisogna provare per credere! La piccola esperienza fatta le è valsa più di centomila parole. E sono convinto che non sarà un’euforia passeggera! Torni tra qualche tempo a dirmi se ho ragione. 🙂

      • federico ha detto:

        Sì è vero. Ora da nudista vedo le cose in maniera diversa. Passo nudo diverse ore ma non troppe, più avanti spiegherò perchè. I primi 2 giorni era difficile girare nudi in casa per via delle frequenti erezioni e la cosa mi infastidiva non poco. Ma credo fosse a causa del legame nudità-sesso che la società malata ci inculca fin da bambini. Ho abbandonato anche l’uso delle scarpe, non ci si rende conto di quante sensazioni ci possono regalare i nostri piedi se liberati, non capisco perchè molto nudisti nelle foto si tengono le scarpe, il piede è il primo contatto con l’ambiente, non ha senso togliersi le mutande e tenersi le scarpe, meglio fare il contrario allora, tenersi le mutande e togliere le scarpe. Il piede da solo ti regala a mio avviso il 30% delle sensazioni, anche i genitali sono molto sensibili me sto accorgendo da solo, ma il piede secondo me è il primo modo per avere un contatto immediato con la natura. Mi sono anche documentato sul nudismo e ho avuto modo di scoprire anche l’altra faccia della medaglia, scambismo, sesso libero,ecc… cioè detto in una parola: Bestialità allo stato puro. Solo gli animali si comportano così e forse nemmeno loro. Da neo-nudista ammetto che leggere queste cose mi ha fatto provare un senso di fastidio verso la nudità in generale ed ha anche frenato in parte la voglia di nudo che da poco ho iniziato a sentire. Ovviamente è impossibile tornare ad essere “tessile” (mi sono accorto che per me è impossibile), non ho quindi rinunciato alla nudità ma leggere quelle cose ma ha in parte bloccato. Per me spogliarmi ha una funzione liberatoria di relax, benessere e un ritorno alla natura che inizio ad apprezzare, leggere località oscene come Cap D’adge (definita capitale del nudismo) piena non più di persone ma sono solo di animali che fanno sesso dove capita e che usano la nudità come pretesto. Ho letto di località simili anche in italia, prese con mio grande stupore come punto di riferimento per il nudismo italiano, (poi ci si lamenta se il nudismo non decolla, fino a che certi posti sono presi come punti di riferimento, di cosa ci lamentiamo noi nudisti ??!!!) se questo è il concetto di nudismo non voglio averci nulla a che fare e sicuramente non andrò MAI in posti simili. Non voglio passare per bacchettone o purista me per me è qualcosa di diverso. Inoltre posti come Spa per nudisti, campeggi nudisti ecc… non mi attraggono per niente, sono solo posti per lucrare sul nudismo. Il nudismo va fatto nella natura incontaminata, non in un centro benessere, o in un campeggio pieno zeppo di roulotte e tende. Dov’è la natura in posti simili ?. Quindi credo che almeno per me, per adesso, vivrò il nudismo in maniera personale e intima.

  8. Fidenzio Laghi ha detto:

    Io sono dell’opinione che “stare nudi “ non vada contro all’art. 726 del c.p. “atti contrari alla pubblica decenza” per il semplice fatto che questo articolo punisce l’atto contrario alla pubblica decenza e non lo stare nudi che è altra cosa e non è previsto dal codice penale come reato.
    Se poi qualcuno sbaglia punendo chi sta nudo per un reato che non esiste compie un’ingiustizia molto grave in uno stato che si dice civile ed il caso andrebbe portato davanti alla Corte di giustizia europea come una discriminazione.
    Certamente occorrerebbe una legge chiara per la quale sino ad ora le associazioni poco hanno fatto: una legge che non guardi solo al turismo naturista fatto per una nudità di pochi giorni all’anno ma che dia anche la possibilità al naturista di poter praticare il suo stile di vita che richiede una nudità praticata il più a lungo possibile per avere dei veri benefici.

  9. federico ha detto:

    Avrei una domanda che mi tormenta. Sono nudista da circa 2 mesi ormai, avendo una ragazza ho sempre tenuto nascosto a Lei questo nuovo stile di vita che ormai mi ha completamente contagiato. A casa mia i vestiti si saranno ammuffiti. Sempre nudo, mi vesto solo per uscire.
    Tuttavia sicuramente ho sbagliato a nasconderlo, ma non ho idea di come potrebbe reagire lei. A fine agosto ho passato una settimana da lei e ovviamente non poter stare liberamente nudo in casa mi pesava non poco, sudavo e il mio corpo si ribellava fortemente a quella situazione di costrizione. Allora ho provato buttandola sullo scherzo a parlargli di fare un viaggio nudista, mi ha guardato storto e poi si è messa a ridere dicendo che mi manca qualche rotella. La sua risposta mi ha tolto ogni velleità di rivelarle il nuovo stile di vita e la mia nuova necessità di spogliarmi. Non so come comportarmi. Mi piacerebbe farla diventare nudista, sarebbe fantastico se lo diventasse anche lei, ma non so nemmeno come iniziare o come affrontare l’argomento. Nè ho idea di come convincerla a fare questo passo. Ho letto qualche articolo qui, ma nulla che potesse essere di aiuto. Essere nudo tu come hai risolto il problema ?.
    A lei tengo molto, stiamo insieme da diversi anni, non voglio perderla ma ora non posso rinunciare nemmeno al nudismo, per me è impossibile tornare alla vita precedente.
    Quindi rimangono 2 opzioni, o trovare una “cura” al nudismo e tornare tranquillamente a vivere come prima con tutti i vestiti addosso oppure portare al nudismo anche lei. Accetto entrambe le soluzioni, ma gradisco maggiormente la seconda soluzione. 😉

    • esserenudo ha detto:

      La sincerità nel rapporto con una persona amata è ovviamente la strada migliore. Quando capita un’occasione per poter parlare con tranquillità, quindi, penso che sia opportuno affrontare con la tua ragazza l’argomento “nudità”, magari descrivendo le sensazioni di benessere che hai scoperto grazie allo stare nudi. Amarsi significa anche ascoltarsi e rispettarsi: sono perciò convinto che la tua ragazza saprà ascoltare ciò che le dirai e rispettare la tua scelta di voler apprezzare il più possibile i benefici della nudità. Da parte tua, non puoi aspettarti di “convertirla” subito al nudismo. Al tempo stesso, però, non farti scoraggiare da un primo “no”, dettato più dall’idea preconcetta che i più hanno della nudità, che da un ragionamento meditato. Come sai, l’esperienza vale molto più di qualsiasi discorso: prima o poi, senza forzare, con l’esempio del tuo entusiasmo riuscirai a farle venire la curiosità di provare. Magari, falle leggere il post Amore mio, devo dirti che sono nudista. 🙂

      • federico ha detto:

        Grazie per i consigli, sono stati utili. Ha funzionato, e sono contento di avere a fianco una persona aperta e intelligente….e nudista 😉 .Il primo approccio non è stato dei migliori e non è stato facile, perchè non capiva cosa mi spingesse a spogliarmi. Ho spiegato che è liberatorio, diventa in breve uno stile di vita che avvicina l’uomo alla natura e alle sue origini, che non c’è nulla di scandaloso nel girare nudi mostrando i genitali, sono solo una parte del corpo come le altre, che in casa è normale e piacevole spogliarsi e restare nudi, facendo attività comuni come leggere o guardare la televisione, fare colazione, pranzare o cenare, che il sesso non c’entra nulla, l’impulso alla nudità è solo una naturale e splendida conseguenza.
        Fiato sprecato, per lei non aveva senso. Non mi ha negato di farlo, mi ha lasciato libero in questo, ma non era una cosa che lei poteva fare. Posso capirla il primo approccio è sempre un pò destabilizzante, fino a qualche mese fa ero come lei. Ho accantonato le spiegazioni e l’ho invitata a provare. Ci è voluto un pò per convincerla ma dopo tanta fatica abbiamo fatto il nostro primo “nudist day” , le ho lasciato tutto il tempo e ho optato per una nudità per gradi, solamente la parte sopra, per prendere un pò confidenza con la nudità. Io ovviamente ho gettato via tutti i vestiti in un lampo, ma ho creduto meglio per lei iniziare per gradi. Il primo giorno era un pò a disagio, solo verso sera si è lasciata un pò andare. La settimana dopo l’ho riproposto , poi l’ho proposto una terza volta, sempre con una nudità crescente ma graduale. finalmente ha ammesso di sentirsi più libera, insomma cominciava a piacerle pur non essendo ancora completamente nuda. La quarta volta si è spogliata subito e completamente, anche per lei è stata una piacevole scoperta, ora anche per lei è difficile tenersi i vestiti quando è a casa con i suoi, ma ha trovato il coraggio (diversamente da me) di parlarne con sua sorella, chissà magari con il tempo portiamo al nudismo anche lei 🙂 .
        L’opzione per gradi è stata vincente perchè le ha permesso di arrivare alla nudità lentamente, di prendere confidenza col corpo e di iniziare a sentire piano piano i benefici, la libertà e il benessere di stare nudi. Senza forzarla a spogliarsi subito di tutto quanto. Praticamente ho usato lo stesso metodo che usai tempo fa (non ero ancora un nudista) per dormire nudo, cioè togliere un pezzo alla volta, senza mai forzare. Da nudista è sempre bello quando, grazie a te, un’altra persona diventa nudista. Comincia a piacermi diffondere questo stile di vita. 🙂
        L’anno prossimo abbiamo optato per la nostra prima spiaggia per nudisti, l’estate scorsa anche dopo la mia “trasformazione” nudista ho continuato nella solita spiaggia, ma non ho più intenzione di tollerare uno straccio inutile e umido tra le gambe che solitamente chiamano costume, quindi si cambia posto. Siamo giovani (io 31 e lei 26) e scoprire adesso questo cosa è bellissimo.
        Un ringraziamento speciale ad “Essere Nudo” per i consigli e suggerimenti.
        Ed un saluto dai nudisti Federico e Martina. 🙂

      • esserenudo ha detto:

        Ma che ottima notizia! Grazie per averla condivisa qui!

        È bello sapere che sei riuscito a trasmettere alla tua ragazza il piacere di stare nudi. Come hai visto, l’esperienza diretta vale più di tanti discorsi… Adesso potete scoprire insieme le sensazioni di benessere che la nudità è in grado di regalare in varie attività del tempo libero.

        La prossima bella stagione vi aspetto a una delle escursioni nudiste in montagna. Vedrete che vi piacerà un sacco!
        A presto, Marco

  10. federico ha detto:

    Grazie per l’invito verremo volentieri se potremo. Prima però dobbiamo entrambi abituarci a mostrare il corpo agli altri senza timori o paure e questo è un altro passo che dovremo fare, e farlo con la persona che ami è sicuramente meglio e più facile. Finora il nudismo è stato solo domestico. Quindi un pò di paura per la reazione che potremmo avere c’è ancora. Vorrei evitare il più possibile situazione spiacevoli ed in particolar modo vorrei evitarle alla mia ragazza. Lei è un pò restia a mostrarsi ad altri e in parte la capisco, una esperienza negativa potrebbe farla perdere tutto l’entusiasmo e il desiderio di nudismo che ha faticosamente raggiunto. Per noi il nudismo è una cosa molto cristallina, benessere, libertà e ritorno alla natura.Andare in una spiaggia nudista o altro per vedere guardoni che ti osservano mentre ti spogli o gente che fa sesso libero in pubblico o nascosto in un cespuglio, sarebbe veramente un colpo pesante per entrambi (anche se so che purtroppo certe persone disgustose esistono). Quindi ci andremo con i piedi di piombo, anche per quanto riguarda spiagge e campeggi. Anche il non avere amici nudisti, non facilità le cose, abbiamo amici ma sono tutti tessili (come eravamo noi), potremo parlare di questo stile di vita ad alcuni di loro, anche se non è facile, c’è sempre il rischio che pensino male, ne abbiamo parlato solo con la sorella della mia ragazza ed ha accettato di provare, è già un passo avanti 🙂 Ovviamente proverà con l’arrivo della bella stagione, il nudismo per ora lo abbiamo sospeso anche noi, troppo freddo per restare nudi in casa e non ha molto senso accendere al massimo il riscaldamento solo per soddisfare un bisogno. Il desiderio di nudità è costante, non va in letargo, ma purtroppo bisogna cedere cause di forza maggiore. Quindi meglio rimandare ogni discorso alla prossima bella stagione. A proposito tu Marco come ti regoli d’inverno ?. Immagino che anche tu hai preso la stessa decisione.

    • esserenudo ha detto:

      Una volta che si è fatta l’abitudine a stare nudi, la “paura” che qualcun altro veda la nostra nudità diminuisce di molto fino a svanire. Anche qui, conta molto l’esperienza diretta: l’importante, come sempre quando si tratta di nudità, è non caricare di attese o di chissà quali significati il fatto di denudarsi e di farlo in contesti adeguati.

      Per esperienza vissuta, posso dire che le escursioni nudiste cui ho partecipato sono una bellissima occasione per iniziare a sperimentare la nudità insieme ad altre persone a contatto con la natura. Tali escursioni, infatti, non sono “a nudità obbligatoria”, ma uno si mette nudo solo se e quando lo desidera. Se vorrete partecipare, sarete i benvenuti!

      Anch’io d’inverno, ahimè, cedo all’esigenza di proteggere il corpo dal freddo e ricorro ai vestiti! E resto in trepidante attesa della bella stagione, quando finalmente i primi tepori mi consentiranno di rimettermi in libertà! 😉

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