Nudi nel parco

Parco nudista

Ieri sera, 26 settembre, il Consiglio comunale di Parigi, accogliendo la proposta presentata dai consiglieri del gruppo ecologista, ha approvato una mozione che prevede l’istituzione di un parco cittadino destinato al nudismo. L’area pubblica in questione verrà individuata con un successivo provvedimento, probabilmente all’interno di uno dei grandi polmoni verdi della capitale francese, come il Bois de Boulogne o il Bois de Vincennes.

L’aspetto che va sottolineato è che non si tratterà di uno spazio recintato o altrimenti delimitato, accessibile soltanto a chi intende mettersi nudo, ma sarà semplicemente un’area pubblica, aperta a tutti, nella quale chiunque potrà tranquillamente stare nudo o vestito a suo piacimento. Un’area clothing optional, dunque, dove potranno prendere il sole e rilassarsi nel verde, le une accanto alle altre, persone più o meno abbigliate o spogliate del tutto.

In tal modo anche Parigi si allinea ad altre grandi città europee – come Londra, Berlino, Monaco di Baviera, Barcellona, tanto per citarne solo alcune fra le maggiori – dove lo stare nudi in un parco pubblico non fa ormai più notizia, essendo percepito come un fatto assolutamente normale. Nel contesto naturale di un parco, fra il verde delle piante o accanto all’acqua di un laghetto, la nudità è giustamente considerata un “vestito” come un altro.

I promotori della mozione hanno considerato che «la Francia è la prima destinazione mondiale per i nudisti: ogni anno 2 milioni di tedeschi, inglesi, olandesi o belgi vengono in Francia per la pratica del nudismo». Eppure a Parigi mancava, finora, la possibilità di stare nudi all’aria aperta, a meno di non rivolgersi – a pagamento – a una delle varie strutture naturiste private. Ma «la pratica del nudismo non deve essere riservata a coloro che hanno i mezzi per andare nei club vacanze o nei campeggi: creare uno spazio misto nel cuore della capitale significa permettere ai nudisti che vivono o si trovano a Parigi di seguire il loro stile di vita senza dover sborsare almeno 20 euro al giorno!». Inoltre, spesso in queste strutture naturiste private la nudità è obbligatoria, e ciò rappresenta un ostacolo per quelle famiglie nelle quali alcuni componenti desiderano denudarsi e altri preferiscono tenere il costume addosso.

Insomma, dai cugini transalpini arriva un altro esempio di tolleranza e di civiltà per noi italiani. E poiché è opportuno seguire i buoni esempi, a quando il primo parco clothing optional in una città del Belpaese?

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