L’autrice del blog The SL Naturist ha formulato alcune interessanti considerazioni sul ruolo sempre più invadente che i dispositivi digitali hanno nella nostra vita quotidiana e sul possibile antidoto offerto dall’esperienza nudista, che riporta in primo piano la socialità e la genuinità dei rapporti personali. Eccone i passaggi salienti.
Recentemente ero a un concerto di musica pop e sono rimasta sorpresa dal numero di persone che vivevano quell’esperienza in maniera “virtuale”, ossia che guardavano il concerto attraverso gli schermi dei loro smartphone!
Che siamo in fila in attesa del bus o che sediamo all’interno di un qualche mezzo di trasporto pubblico, siamo sempre immersi nei vari dispositivi, digitando messaggi o navigando nella rete, ignari di quello che ci circonda e della vita che scorre intorno a noi.
Se andiamo allo stadio, accade la stessa cosa. Piuttosto che goderci la partita, scriviamo sms agli amici per dire quant’è bello il gioco (e come possiamo saperlo, se teniamo lo sguardo incollato sul nostro telefonino?).
Immagino che ci siano ancora dei posti in cui lo smartphone svolge un ruolo di secondo piano. Credo ad esempio che il campo da golf potrebbe essere uno di questi posti, in cui i giocatori usano le loro mazze e vanno in giro con i loro trolley, concentrandosi solo sul gioco.
E naturalmente ci sono situazioni in cui riusciamo a scappare dai nostri maledetti smartphone! Ecco, una di queste situazioni è offerta dal nudismo, che ci regala una bella boccata d’aria non digitale. L’ho provato in prima persona, vivendo un’esperienza nudista assieme a mio marito la scorsa estate.
Il nudismo rimane, nella sua essenza, un’attività profondamente umana e sociale. Vi partecipano coppie e famiglie. E i nudisti, letteralmente messi a nudo, non hanno nulla da nascondere. La nudità li rende aperti, onesti, socievoli. Sono esseri sociali. Imbasticono facilmente una conversazione con i loro vicini, con le persone della sdraio accanto, al bar, in piscina.
Durante la nostra permanenza nel campeggio nudista, mi è capitato di sperimentare tutto questo, e non perché sono giovan(il)e e donna. Le stesse persone attaccavano a discorrere anche con mio marito, a prescindere che fossero singoli o in coppia, in spiaggia o in piscina. È per questo che abbiamo finito per avere un sacco di amici e conoscenti. Mentre a casa non conosciamo neppure le persone che abitano a pochi passi di distanza da noi, fra i nudisti abbiamo avuto modo di conoscere bene parecchie persone. Con altre eravamo a livello di semplici cenni o di “buongiorno”, ma solo a causa della barriera linguistica.
Grazie alla mentalità aperta e alla natura schietta dei nudisti (oh, quanto potrebbe imparare la nostra società da questi valori!), coloro che erano nostri amici ci hanno presentato ai loro amici, che a loro volta sono diventati amici nostri. Andando in piscina, un “buongiorno” si trasformava in un po’ di conversazione sul tempo, poi ci si presentava e si chiacchierava. Al successivo incontro, quelle persone ricordavano i nostri nomi, e noi i loro.
Se vi sta a cuore cercare un rimedio alla progressiva diminuzione di socialità e vi interessano le amicizie reali (che non siano semplici nomi su Facebook!), il nudismo è certamente uno stile di vita che dovreste considerare di seguire. O perlomeno ve lo raccomando! E se non l’avete ancora mai provato, proponetevi di farlo al più presto, magari la prossima estate.
Libera traduzione di Naturism: a real social life
L’ha ribloggato su clothes free life.
L’ha ribloggato su Penis's Nudist Life.
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Sono completamente d’accordo su quanto esposto nell’articolo. Ma solo chi lo vive in prima persona può capire tali sfumature. Ho sempre trovato molto più facile ed immediato socializzare in luoghi naturisti che non in altre situazioni. E’ cosi. E lo trovo meraviglioso.