La cultura della società attuale fa del pudore un punto non facilmente rinunciabile del viver civile. E di riflesso dell’identità sociale dell’individuo. È un gradiente di crescita nello sviluppo psico-affettivo del bambino e segna la consapevolezza della presenza corporea nella dinamica dei rapporti sociali. Il pudore ci si incarna addosso fino a considerarlo tratto naturale della persona e soprattutto della persona-sociale.
Penso che come a livello fisico il pudore vieta la vista di alcune parti del corpo, così esista un pudore mentale che tiene nascosti alcuni concetti indiscutibili, dati per scontati al punto da diventare tratti generalizzati e quasi connaturati della nostra mentalità e cultura. Nasconde qualcosa di fisico e soprattutto difende una mentalità. Penso che il pudore funzioni da sentinella al posto di blocco che apre l’accesso all’uso legittimato dei piaceri, primo fra tutti il piacere sessuale (con le sue implicazioni nella determinazione dei rapporti sociali, affettivi ed economici…
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non ho mai avuto complessi nello svestirmi, semmai il piacere di essere libero, purtroppo non abbiamo raggiunto la cultura della nudità.
E possibile scambiare quattro chiacchere con qualcuna/o che la pensa come me? Grazie